ψάχνοντάς τον προμηθέα (Cercando Prometeo)

In occasione del centenario della nascita di Luigi Nono, posta all’ingresso del Castello Sforzesco di Vigevano una cassa diffonde la musica del compositore.

La musica di Nono si confonde fra i vari suoni dell’ambiente come quella prodotta da un telefono o come una qualunque musica di sottofondo. Operazione indubbiamente a dir poco blasfema: per forma, concezione e sonorità la musica di Nono è quanto di più lontano possa esserci dal mero intrattenimento musicale: impossibile farne tappezzeria sonora

Si crea dunque una tensione fra la forzatura in atto e una musica che non può e non vuole essere altro che se stessa, tenacemente destinata ad un ascolto attento e consapevole; ne emerge una presenza sonora discreta, inafferrabile ma percepibile, che un orecchio distratto potrebbe anche non rilevare, ma in grado di catalizzare su di sé l’ascolto di chi la accoglie.

Il passante abituale incuriosito, destato da questa ‘inconcepibile’ forma sonora è come spinto a prestare attenzione, nel tentativo di agganciare questi suoni e, almeno per un poco, riattivare l’ascolto

vsc winner

Siamo felici di annunciare il vincitore del Vigevano Soundscapes Musical Composition Contest

We are happy to announce the winner of the Vigevano Soundscapes Musical Composition Contest

Juliet Merchant:

Vigevano

 

The music is directly inspired by the rich and cultural history of 15th century Vigevano. After conducting research, I discovered that Vigevano housed the great Leonardo da Vinci during the time of the royal family of Il Moro. In the Renaissance era, the land had multiple waterways and there were many watermills built around the town. This inspired me to use water audio files throughout the work. The Colombarone farm is one of the city’ highlights so I made sure to add plenty of animals noises accordingly. However, it was my aim to create music with an ancient and sacred ambience. I want the listener to feel wonderment and meditate on how history has unfolded over time. I placed the bell melody periodically within of the soundscape to show to the
hours of the clock and the non-linear feeling of time. The music includes 14 different audio samples from different categories used continually throughout the piece to help the audience visualise what life would have been like here. These small audio vignettes of people’s every day lives have added reverb to give the impression that these are memories preserved in time. Listen carefully and you can hear the city’s memories intertwined with the music

programma 11-6-22

P R O G R A M M A

Ore 18:00 – Parte I

Brani selezionati dalla call 

Gabriele Barlera

“Bellscape” 7:07

Carlotta Ferrari 

“Madrigale del mezzodì” 6:30

Juliet Merchant 

“Vigevano” 9:25

Guanjun Qin 

“Work harder, live better” 4:40

Jonathan Carrasco 

“Paisaje Místico” (Mystic Landscape) 7:49

Alexandra Gryakalova 

“Three urban guises” 7:01

Filippo Mereu 

“Vigevano su tela” 5:40

Alessio Premoli – AKA Chelidon Frame 

“(For) A Daily Endurance” 9:04

Interprete all’acusmonium

Dante Tanzi

Ore 19:00 – Parte II / Musica acusmatica

Frédéric Kahn

CLIMAX (S) Pied à pied, contre le silence et la mort de l’âme” [2021] 18:18

Prima esecuzione

Junzuo Li

“An ensemble of time and scene” [2019] 6:30

Interprete all’acusmonium

Gabriele Balzano

Alisa Kobzar 

“Rechtschreibung – Orthography” [2019] 6:48

Frank Vigroux

“Tension” [2020] 20:00

Interprete all’acusmonium

Paolo Castrini

Ore 20:00 – Parte III / Musica acusmatica

Dimitrios Savva

“Echo the nymph of reflection” [2020] 9:30

Joan Bagès Rubì

“IB: Reminiscències o el super al.lucinatori” [2018] 15:52

Interprete all’acusmonium

Sergio Missaglia

François Bayle

“Tremblement de terre très doux” [1979 – 80] 28:13

(da: Erosphère)

Interprete all’acusmonium

Davide Salvan

Progetto elettroacustico

Eraldo Bocca

NOTE DI PROGRAMMA

Parte I – Brani selezionati dalla call 

Gabriele Barlera “Bellscape” 7:07

Brano che spazia fra l’evocazione della tradizione religiosa e la trascendenza del suono come oggetto sonoro: l’ascoltatore osserva in modo concreto la Città attraverso il suono dei suoi Campanili fino all’evoluzione degli stessi, intraprendendo un percorso surreale che lo accompagna in ambienti lontani dallo spazio e dal tempo, facendo intravedere un paesaggio sonoro diverso, coinvolgente e futurista; attraverso il mutamento ed i conflitti personali l’evoluzione scorge la sua positività e l’ascoltatore si ritrova in una realtà aumentata che lo riposiziona al punto d’origine: la Città è ancora lì, con i suoi Campanili ma con la consapevolezza di ciò che ci riserva il futuro. 

Gabriele Barlera Produttore artistico, compositore e arrangiatore si diploma in Organo e Composizione Organistica, Musica Corale e Direzione di Coro e conclude gli studi del Corso Sperimentale in Musica Elettronica presso il Conservatorio “G.B. Martini” di Bologna. Frequenta ad oggi il Biennio di Musica Elettronica presso il Conservatorio “A. Boito” di Parma con i docenti Javier Torres Maldonado, Fabrizio Fanticini e Marco Ferrazza. Frequenta presso il Centro Europeo di Toscolano il “Corso di Arrangiamento Moderno” tenuto da Mogol, Emanuele Ruffinengo, Celso Valli e Fio Zanotti. Importanti collaborazioni professionali si realizzano in produzioni discografiche di musica leggera con vari artisti ed in arrangiamenti di jingles pubblicitari. Si specializza in Musica da Film ottenendo a Roma un Master con il maestro, già premio Oscar, Luis Bacalov e firma le musiche di numerosi cortometraggi e documentari. Tiene corsi, workshop e seminari specialistici e di formazione su Musica per Immagine, Arrangiamento e Composizione Moderna ed è docente di Tecnologie Musicali e Teoria, Analisi e Composizione presso il Liceo Musicale Isabella D’Este di Mantova. 

Carlotta Ferrari “Madrigale del mezzodì” 6:30

‘Madrigale del mezzodì’ è una composizione elettroacustica stereofonica per fixed electronics basata sui campioni sonori delle campane della chiesa della Madonna della Neve di Vigevano. Il brano è fondato sulla sola elaborazione di tali sample, trattati in modo tale da evocare un ambiente sonoro al tempo stesso arcaico e contemporaneo nonché, come suggerisce il titolo, per restituire una temperie madrigalesca. La composizione si articola in tre livelli acustici: quello delle campane riconoscibili ma trattate in modo da creare una polifonia; quello del liuto, evocato dalla elaborazione dei medesimi campioni stretchati, tagliati e cuciti, rivoltati in senso contrappuntistico, resi migranti tra i due canali stereo e trattati con vari effetti di riverbero in modo tale da suggerire un tappeto sonoro che rimandi all’arcaico strumento a corde; e infine quello del madrigale vero e proprio, in cui gli stessi campioni del suono delle campane della suddetta chiesa a mezzogiorno vengono estesi, elaborati e sovrapposti polifonicamente come se fossero un ensemble vocale. Nel livello delle campane, ad ogni apparire delle stesse il suono diviene più cupo e grave fino all’insistente campanone conclusivo; nel livello del liuto, il gioco di panning restituisce spazialità e panoramicità a quello che è inteso come una sorta di accompagnamento strumentale del brano; nel livello del madrigale, infine, si evidenziano i campioni rielaborati e sistemati verticalmente in triadi, a suggerire l’elemento vocale e consonante della parte che rimanda al madrigale vero e proprio e che concluderà il brano. Come ben sapeva Jonathan Harvey quando consegnò alla posterità il suo ‘Mortuos Plango Vivos Voco’, il suono delle campane possiede una ricchezza timbrica e una capacità evocativa paragonabili all’universo sonoro della voce umana. In ‘Madrigale del mezzodì’, costruito unicamente a partire da sample di campana, la voce non è integrata, bensì soltanto evocata dalle campane, il cui spettro è ricco e sporco. Tale ruvidezza, che rimanda alle asperità vocali ed agli artifizi espressivi che nel madrigale abbondano, è stata mantenuta nell’elaborazione dei campioni, tanto ai fini puramente acustici – per meglio descrivere un paesaggio sonoro interiore che appartiene in tutto e per tutto alla nostra epoca – quanto ai fini espressivi, per aprire la contemplazione interiore al mondo esterno in una commistione di antico e moderno, di ideale arcaicizzante e di urti contemporanei 

Carlotta Ferrari è una compositrice italiana di area apuana. Si è laureata in organo e composizione organistica presso il conservatorio di Milano con il massimo dei voti, e in musica e nuove tecnologie presso il conservatorio di Firenze con il massimo dei voti, la lode e la menzione. È stata professore associato di composizione alla Hebei Normal University di Shijiazhuang, Cina, e attualmente è professore aggiunto di composizione al Dipartimento di arte e musica della ESE, Firenze. Le sue composizioni sono eseguite regolarmente in tutto il mondo: Westminster Choir College, New York University, Steinway Haus di Amburgo e Monaco di Baviera, Basilica della Salute di Venezia, National Center for Performing Arts di Pechino, Universidad de Castilla-La Mancha, Cattedrale di San Gallo, St.George’s Hanover Square a Londra, Manhattan Central Synagogue di New York, Cattedrale di Melbourne, Cattedrale di Danzica. Carlotta Ferrari ha vinto il secondo premio all’edizione 2013 del concorso per compositrici pianistiche Sisì Frezza, organizzato dalla sezione di Barletta della Federazione Italiana Donne Arti Professioni Affari, e il secondo premio all’edizione 2018 del concorso internazionale di composizione corale Opus Ignotum promosso dal ministero della cultura della Repubblica Ceca. È inoltre vincitrice del bando per nuove composizioni corali promosso da ARCoPu in occasione dei festeggiamenti del settimo centenario di Dante Alighieri (2021). La sua musica appare su vari CD, tra cui il monografico “Women of History: Music for Organ by Carlotta Ferrari”, con Carson Cooman all’organo (Divine Arts Recordings 2018), ed è stata trasmessa da varie radio tra cui WPRB di Princeton USA, e la radiotelevisione di stato spagnola RTVE Radio Clásica. Un seminario di studi sulla musica per organo di Carlotta Ferrari si è tenuto il 6 maggio 2017 alla Harvard University, a cura della American Guild of Organists, Capitolo di Boston, nell’ambito di WIMfest 2017. Un articolo a lei dedicato, a firma dell’organista britannico Peter Clark, è apparso nell’edizione del marzo 2018 di Organists’ Review. Sempre nel 2018 le è stata commissionata una nuova composizione corale natalizia eseguita al 109° Christmas Carol Service della Harvard University (USA). Nel 2020, un paper sui paradigmi moderni del poema sinfonico per organo include l’analisi del poema sinfonico “Edith Stein” di Carlotta Ferrari; tale articolo è pubblicato nella rivista Scientific Herald of Tchaikovsky National Music Academy of Ukraine. In veste di compositrice di musica elettroacustica, Carlotta Ferrari ha partecipato a varie rassegne internazionali tra cui la piattaforma collaborativa internazionale Water Wheel (2014), il festival Vu Symposium (USA 2017), la rassegna Diffrazioni Multimedia Festival (Firenze 2019) e il Tehran International Electronic Music Festival (Iran 2021). Fa parte del collettivo di compositrici di musica elettroacustica “Domina Acusmatica”. Carlotta Ferrari è stata relatrice a convegni in varie università europee, tra cui la Sorbona (Parigi) e le università di Bangor e Newcastle (UK) 

Juliet Merchant “Vigevano” 9:25

La musica si ispira direttamente alla ricca storia culturale del 15° secolo Vigevano. Dopo aver condotto alcune ricerche, ho scoperto che il grande Leonardo da Vinci dimorò a Vigevano alla corte di Ludovico il  Moro. In epoca rinascimentale, la terra aveva più corsi d’acqua e attorno ai centri abitati erano costruiti molti mulini ad acqua. Questo mi ha ispirato a utilizzare i file audio dell’acqua durante il lavoro. La fattoria del Colombarone è uno dei punti salienti della città, quindi ho fatto in modo di aggiungere una quantità di rumori di animali. Tuttavia, il mio obiettivo era quello di creare musica con un ambiente antico e sacro. Desidero che l’ascoltatore provi meraviglia e mediti su come la storia si è svolta nel tempo. Ho posizionato periodicamente la melodia della campana all’interno del paesaggio sonoro per mostrare le ore dell’orologio e una sensazione non lineare del tempo. La musica include 14 diversi campioni audio di diverse categorie, utilizzati continuamente durante il pezzo per aiutare il pubblico a visualizzare come sarebbe stata la vita qui. A queste piccole vignette audio della vita quotidiana delle persone è stato aggiunto del riverbero, per dare l’impressione che si tratti di ricordi preservati nel tempo. Così, con un ascolto attento, si potranno ascoltare i ricordi della città intrecciati con la musica.

Juliet Merchant è una compositrice e pianista classica che lavora a livello internazionale con diversi mezzi per creare colonne sonore per media visivi e film. Nel 2019 ha ottenuto un contratto con l’etichetta EMI e ha iniziato a produrre musica per BBC, ITV e Paramount Pictures. Ha continuato a lavorare con Kino Klassika al fine di ricreare le colonne sonore dei tradizionali film muti russi. Tra le sue attività del suo repertorio c’è la collaborazione con il regista vincitore del BAFTA Gerry Fox per il documentario sulla ballerina di fama mondiale Natalie Osipova in Force of Nature: Natalia.  Juliet lavora utilizzando sia stili classici sia stili elettronici, che spesso si uniscono come un ibrido per creare musica intrigante e di forte impatto. Juliet è una convinta sostenitrice della rappresentanza delle minoranze nell’industria della musica classica e da film e ha lavorato con IFMCA e Cinematic Sound Radio per evidenziare i problemi ed esplorare potenziali soluzioni.

Guanjun Qin “Work harder, live better” 4:40

Questo brano narra la storia di un lavoratore che dopo essersi impegnato duramente ottiene alla fine una vita felice. I diversi passaggi intendono trasmettere immagini di quest’uomo al lavoro, in situazioni diverse. Il lavoratore ha sperimentato la pioggia, il vento, i dolori e le sofferenze della vita, ed ha affrontato i grandi cambiamenti dell’esistenza, prima di condurre finalmente, grazie ai propri sforzi, una vita privilegiata. 

Guanjun Qin è compositore e attualmente studia per ottenere il Master in Composizione presso l’Università di Sheffield nel Regno Unito. Ha collaborato e composto musica per molti artisti famosi, come Huang Xiaoyun e Jackson Wang, che è il membro del più popolare Asian Idol Group chiamato GOT7. Ha anche composto la colonna sonora per molte serie TV e cartoni animati, come GG BOND, che ha avuto oltre 50 milioni di spettatori nella prima settimana di trasmissione.

Jonathan CarrascoPaisaje Místico” (Mystic Landscape) 7:49

È un brano elettroacustico basato su diverse registrazioni di alcuni luoghi della città di Vigevano. I nomi delle registrazioni utilizzate sono: 

Aereo / Campana Sacro Cuore / Cascata 3 navigli / Passaggio a livello/ San Francesco

Il primo campione sonoro che ho ascoltato era “Campana Sacro Cuore”, che fa subito immaginare qualcosa di mistico, ed ecco il motivo del titolo. Nel pezzo ho inserito alcune basi sonore nelle campane, nell’organo, nell’acqua e in un motore. Può essere strano mescolare suoni che vengono indicati come legati al misticismo con i suoni di una qualsiasi macchina, ma penso che in una persona con sentimenti mistici possa rimanere tale indipendentemente da dove si trovi: nella natura, in un tempio, in città o dovunque, senza l’ambiente intacchi questa sua prerogativa. Ho manipolato i suoni prendendo alcuni frammenti e modificandoli individualmente in modo molto fine, finché non ho trovato un suono che funzionasse per me. In genere creo un enorme paesaggio sonoro col programma Sonic Pi, che manipola e ripete molte volte alcuni campioni aggiungendo effetti, suonandoli a velocità diverse, suonando solo una parte dell’intero campione, ecc.  In tal modo sono stato in grado di creare alcuni suoni complessi che creano trame interessanti.

Dal campione sonoro “San Francesco” ho prelevato alcune parti e creato una specie di grancassa, un rullante e qualche charleston e ho creato una base di percussioni che, non essendo di mio gradimento, ho ulteriormente manipolato fino a quando non si è presentata un’idea ritmica gradevole anche se non molto definita.

Jonathan Carrasco è nato a Puebla, Messico nel 1981. Ha frequentato la BUAP ́s School of Arts, studiando composizione con Gonzalo Macias e Chitarra con Manuel Espinás. Laurea Magistrale in Tecnologie Educative. Ha seguito molti corsi con compositori come Helmut Lachenmann, Javier Álvarez, Arturo Márquez o David Cole. Ha realizzato musiche per la Danza, il teatro e il video, oltre che per la musica elettronica e acusmatica. Con le sue composizioni ha ottenuto numerosi premi e riconoscimenti:  Primo premio al primo concorso di chitarra “BUAP 2005”; Vincitore del concorso di composizione per chitarra “Poesía seis cuerdas” un 2006; Primo premio nel concorso di composizione “sonidos de una batalla” 2012; Terzo classificato al concorso internazionale ILCE – Premio SINADEP per pratiche didattiche innovative in Ibero-America e Caraibi 2017; Vincitore del concorso di composizione commemorativa dei 500 anni dalla caduta del Messico-Tenochtitlan nella categoria Opera per coro misto e ensemble di percussioni nel 2021. Vincitore del concorso di composizione per orchestra di chitarra 2022 di Orquesta juvenil de Guitarras de la ciudad de México. 2° posto al concorso di composizione “Primo concorso di composizione 2022” dell’Orquesta Jóvenes Solistas con un concerto per pianoforte e orchestra d’archi. Pubblicazioni / produzioni: Tablatura – Opera vincitrice del concorso di composizione “poesía seis cuerdas”; Konnichiwa – Lavoro elettronico Registrato nel CD “Serie de compositores poblanos – música electroacústica -”; Vendaval – Per chitarra solista. Registrato da Manuel Espinás. A cura dell’IMACP, Governo di Puebla.

Alexandra Gryakalova “Three urban guises” 7:01

Quest’opera mostra la bellezza di tre aspetti della vita di Vigevano. La prima parte è un dispiegamento piacevole che ha origine dalla natura. A poco a poco, dall’atmosfera di pace inizia a emergere una varietà di suoni, che ci preparano all’ascolto di un vero “paesaggio urbano”. La seconda parte è un tripudio di colori urbani. Qui i suoni familiari diventano come parti di una trama orchestrale, dando vita a un’unica melodia della città. Questa melodia dei giorni feriali di Vigevano, così familiare agli abitanti di questa città, è viva e bella. La terza parte è un monologo spirituale. Al suono della campana, la città racconta la sua storia, basta ascoltarla e ti racconterà tutto quello che le è successo.

Alexandra Gryakalova è nata nella città di Degtyarsk nel 2000. Ha iniziato a studiare musica all’età di 13 anni iscrivendosi ad una scuola di musica locale, dove si è diplomata (classe di chitarra). Nel 2016 è entrata al Tchaikovsky Music College (Ekaterinburg). Lì ha iniziato a studiare strumentazione e composizione, che in seguito l’hanno portata al conservatorio per studiare Computer Music e arrangiamento. Al conservatorio era seriamente attratta dalla musica sperimentale e concreta. Oggi sperimentare con la musica elettronica è il suo modo di conoscere il mondo che ci circonda.

Filippo Mereu “Vigevano su tela” 5:40

Finestre atemporali si aprono su Vigevano; come nella pittura, attraverso la fissazione del tratto e dei colori, così avviene una traslazione di immagini visive sul piano acustico. In questa tavolozza sonora si presentano scenari imprevedibili che incarnano l’anima “concrète” dell’opera. È un procedere non regolare in un insieme multilineare, in cui l’ossatura e il livello macro-formale del brano sono sottoposti a “scosse”, interferenze, fratture e inflessioni, in uno stato di tensione verso un dispiegarsi ramificato nello spazio acustico – inevitabili le citazioni storico-sociali in cui viviamo -. Dunque una revisione, un’analisi e manipolazione delle “fonti reali”, che aprono all’ascoltatore un nuovo regno di cause immaginarie. 

Filippo Mereu è un compositore italiano di musica elettroacustica, acusmatica e musique concrète, sound designer e artista multimediale. Si è laureato in Musica e Nuove Tecnologie, con un Master of Arts in Musica Elettronica, summa cum laude, presso il Conservatorio di Musica G.P. da Palestrina di Cagliari. Ha frequentato vari corsi di formazione e seminari, tenuti dai seguenti musicisti e/o compositori: Elio Martusciello, Xabier Iriondo, Luigi Ceccarelli, Stefano Zorzanello, Marco Donnarumma, Romeo Scaccia, Marcel Wierckx, Bernard Fort, Tim Hodgkinson, Lionel Marchetti. Ha composto musiche per eventi di danza contemporanea, teatro, cortometraggi, videoclip, mostre d’arte contemporanea e installazioni sonore in locali pubblici e privati. Esegue anche le necessarie registrazioni sul campo, missaggio e mastering. Le sue composizioni elettroacustiche e le sue opere video sono state selezionate ed eseguite in vari festival internazionali: XIX CIM 2012, Tempo Reale Festival 2017-2015-2013, DI_stanze Festival 2013, EMUFest 2016, MA/IN MAtera INtermedia 2019-2017-2016, TEM – XIII 2020, AI-MAAKO 2021-2019, ICMC 2021, REF – Resilience Festival 2021, Time In Jazz, Signal Festival, Accademia Cinema Toscana, Music In Touch, Spazio Musica. Si è esibito nei seguenti eventi internazionali: Signal Festival, Tempo Reale Festival, Di_Stanze Festival, Time In Jazz, Multiversal Festival, Music In Touch, Miniere Sonore, Acusmatica in Movimento, Spazio Musica Festival, Contemporary -Festival Arte d’Avanguardia- e altri. Ha collaborato con diversi artisti e associazioni culturali: con Spazio Musica, ha composto ed eseguito le musiche originali per l’inaugurazione del centro di produzione culturale Move the Box – Villa Verde, Italia. Con Amici della Musica di Cagliari al festival internazionale Interpretazione della Musica Acusmatica. Con Carovana S.M.I., compone ed esegue musiche originali per lo spettacolo di danza contemporanea Paesaggi Interrotti. Co-fondatore e membro del duo di improvvisazione elettroacustica Terminale_3.

Alessio Premoli – AKA Chelidon Frame “(For) A Daily Endurance” 9:04

“(For) A Daily Endurance” alterna momenti in cui l’intervento elettronico sul materiale è più evidente e intrusivo, con momenti in cui il panorama sonoro risulta meno modificato. I momenti di maggiore fedeltà al field-recording, però, sono solo apparentemente tali: un ascolto più approfondito presenta una serie di ricomposizioni elettroniche (sintesi granulare, filtri a pettine) che estendono e manipolano il materiale, lasciando però intatta la sua qualità originale. Questo come nell’ascolto “urbano” di luoghi solo superficialmente naturali, dai quali emergono – man mano che l’ascolto si fa più direzionato – tutta una serie di elementi antropici che il nostro orecchio tende a nascondere. La “resistenza” giornaliera a cui fa riferimento il titolo fa il paio con l’intento narrativo del pezzo, che attraversa idealmente una giornata nel suo svolgersi, chiudendosi così come è iniziata. 

Chelidon Frame è un progetto di musica elettronica sperimentale che lavora principalmente con field recordings, interferenze radio, chitarre e suoni processati. Le sue installazioni sono basate sull’esperienza e suggeriscono un dialogo tra il luogo che le ospita (sia esso reale che virtuale) e il suono proposto, nel tentativo di riportare un messaggio nel modo più semplice ed efficace. L’uso della programmazione, della data analyisis e dell’interpolazione sonora a partire da fonti numeriche permettono di esperire le informazioni secondo nuove modalità. Nei lavori in studio e nelle esperienze live vari strati di suono – chitarre, sintetizzatori e strumenti DIY – si accumulano, creando nuovi e inaspettati paesaggi sonori. Nel 2019 presenta l’installazione “The List” all’interno dell’Università Bocconi di Milano, una sonificazione dei numeri dei morti lungo i flussi migratori dal 1993 al 2017. Del 2020 è il progetto “COVID-19 Data Sonification”, una resa sonora dei dati quotidiani sulla situazione italiana relativa al Coronavirus.  Chelidon Frame ha rilasciato musica con varie labels, tra cui Manyfeetunder HomemadeLabel, Sounds Against Humanity, Humanhood Recordings, Secret Press e Cronica.

Parte II – Musica acusmatica

Frédéric Kahn “CLIMAX (S) Pied à pied, contre le silence et la mort de l’âme” [2021] 18:18

Prima esecuzione

Come un meccanismo di precisione

Realizzato presso lo studio Act’Sons – Studio del compositore

“È noto che la terra, i pianeti e le stelle hanno un campo elettromagnetico diverso. Quando questi campi sono nella sfera di influenza di altri campi sorgono, tra l’altro dalla rotazione dei pianeti, nuovi campi di onde pulsate di varie frequenze …» Hans Cousto

Frédéric Kahn Compositore francese nato il 4 agosto 1966 a Digione. Violinista, ha studiato al Conservatorio di Digione e all’Università di Borgogna. Come compositore si è formato al Conservatorio Regionale di Lione con Denis Dufour e al Conservatorio di Lione con Gilbert Amy. Ha completato la sua formazione con corsi di perfezionamento a Royaumont, al Centro Acanthes e con il corso di Composizione e Informatica musicale del’IRCAM. Dimostrando grande raffinatezza nei dettagli ed estro poetico, Frédéric Kahn ha composto musiche per strumento solista (Erh-Ya per flauto contrabbasso amplificato, 2003; Entrevoir per Piano, 2004; Unendlichkeit per fagotto ed elettronica, 2012), per ensemble strumentale (Dust memories, 2002; Nahe zu fern, 2003; Interventions dialogues, 2007), per la voce (Fragments d’un bel été, azione musicale per voce recitante e supporto audio, 2003; Fausse solitude per mezzo soprano e violoncello, 2005), e musica acusmatica (Sterblich (Mortel/le) ou Le purgatoire des sens, commissione dello Stato e dell’INA-GRM, 2003), Apokalyptica, la Bibbia – Les Livres, vidéo-opératorio d’immagini e di suoni fissati/proiettati, Teatro Audiovisuale, 2005 – 2012). Le sue opere fanno parte di collaborazioni con scrittori, poeti del suono, scienziati, video artisti e artisti visivi. Frédéric Kahn utilizza nuove tecnologie e trattamenti elettronici mentre riflette sulla morfologia e sulla spazializzazione del suono, interrogandosi sulle possibili relazioni tra suono e gesto, tra lo spazio e l’ascolto. Frédéric Kahn insegna musica informatica presso l’Università di Lione (2002 – 2016), e dal 2013 anche presso l’Università di Borgogna, nei corsi di Master intitolati ‘Estetica delle forme sonore’ e Musica Applicata alle arti visive. 

Junzuo Li “An ensemble of time and scene” [2019] 6:30

In questo brano su supporto fisso il compositore organizza e fonde diversi tipi di materiali sonori attraverso una modalità narrativa che cerca di rappresentare la trasformazione e l’intersezione tra scene diverse, mostrando un “immagine sonora” simile a quella di una storia. Nel contempo il compositore usa il “Micro-montaggio”, tecnica proposta dal compositore argentino Horacio Vaggione per descrivere il gesto sonoro, la trama e il timbro nei piccoli segmenti sonori. La meticolosa scultura e la modellatura del timbro fanno sì che l’intera opera offra all’ascolto la sensazione di un “Cinema per le orecchie”.

Junzuo Li si è laureato presso il Dipartimento di Composizione e Musica del Conservatorio Cinese di Musica, ha studiato con il professor Ping Jin e ha frequentato le masterclass di composizione di musica elettroacustica con Annette Vande Gorne, Jaime Reis e Åke Parmerud. La sua ricerca attuale si concentra sulla creazione di musica elettroacustica (principalmente musica acusmatica e musica mista) ed esplora la relazione tra gesti sonori e movimenti sonori.

Negli ultimi anni ha vinto diversi premi: il 2° e il 3° premio del Concorso di composizione musicale per computer in Cina nel 2015; il 2° e il 3° premio del Concorso di composizione musicale elettroacustica Musicacoustica-Beijing nel 2016-2018; il Best Work of International Electronic Music Competition (IEMC2019); la menzione d’onore al premio WOCMAT International Electroacoustic music young composer award nel 2019 e il GENELEC Audio Visionary Scholarship nel 2018-2019. Le sue composizioni sono state eseguite a Chengdu, Pechino (Musicacoustica2018 e 2019), Shanghai (New media music Festival 2018), Taiwan (WOCMAT 2019), Giappone (OUA Electroacoustic Music Festival 2019) Ucraina (Giornate della musica contemporanea di Kiev 2018), Portogallo (Lisbona Incomum Festival DME 2019), New York City (ICMC-NYCEMF 2019), Argentina (Atemporánea Festival 2020) e Cile (ICMC 2020).

Alisa Kobzar“Rechtschreibung – Orthography” [2019] 6:48

Nel mondo contemporaneo il tema della disinformazione e del controllo totale della popolazione vengono accolte come una nuova normalità. Il pezzo acusmatico funziona con la realtà estesa.

Alisa Kobzar (*1989), compositrice, artista multimediale, insegnante, diplomata all’Accademia Nazionale di Musica di Kiev (Ucraina) nel 2014 (Dipartimento di composizione, strumentazione e tecnologie informatiche musicali, prof. A. Roschenko e A. Zagaikevych). Dal 2018 vive a Graz (Austria), studia Computer music alla Graz University of Arts (con il prof. G. Eckel) e lavora come SMA in IEM (KUG) nel progetto “Interagency”. Ha preso parte a diverse masterclass condotte da compositori di rilievo internazionale sulla musica strumentale ed elettronica. Nel 2016 è stata artista residente presso l’Accademia Musicale SME (Studio of Electronic Music) di Cracovia (Polonia) (programma di residenza Gaude Polonia). Le sue composizioni includono musica strumentale, da camera, sinfonica, elettronica (fissa e dal vivo), musica concreta, musica mista elettroacustica, progetti multidisciplinari, progetti interattivi con controllo del suono gestuale (utilizzando Leap-Motion, Myo, Kinect, controller personalizzati basati su Arduino), composizioni interattive per performance teatrali basate su Unity, sonificazione di progetti multimediali generativi, composizioni interattive con controllo del movimento del danzatore. Il vettore principale del suo lavoro creativo è l’interdisciplinarità orientata al compenetrazione tra diverse forme d’arte in un multimedia non disassemblabile, dove nessuna delle arti abbia una funzione didascalica. Cofondatrice del duo rotkäppchen. La sua musica viene eseguita in Ucraina, Polonia, Germania, Austria, Svezia, Russia, Irlanda, Portogallo, Italia.

Frank Vigroux “Tension” [2020] 20:00

Questa composizione fa parte della serie MMXX, per la quale l’etichetta Matière Mémoire ha chiesto a venti musicisti e artisti del suono di creare un pezzo originale di 20 minuti e un’opera visiva. È un pezzo che mette in primo piano la massa e la polifonia sullo sfondo di un certo arcaismo specifico di molti dei miei brani musicali (Franck Vigroux).

Franck Vigroux Artista proteiforme, si evolve in un universo in cui musica, teatro, danza e video si intersecano. Dopo una carriera trascorsa nelle scene di musica sperimentale “underground”, ha collaborato con musicisti come Elliott Sharp, Mika Vainio, Reinhold Friedl, Kasper Toeplitz, Marc Ducret, Joey Baron, Bruno Chevillon, Zeena Parkins e l’Ensemble Ars Nova. All’inizio degli anni 2000 si è aperto a nuove pratiche artistiche e alla scrittura teatrale. Abbandonando gradualmente la chitarra, si dedica alla musica elettronica dal vivo e alla composizione elettroacustica e strumentale, produce “concept album” tra narrativa e musica, film sperimentali e progetti radiofonici. Nel 2009 dopo un lungo soggiorno a New York conosce il cantante Ben Miller, inizio di una collaborazione che darà vita ai progetti Transistor e Ruines. È in questo periodo che affina e ridefinisce il suo progetto, nel desiderio di mettere in scena la sua musica. Dal 2010 avvia le sue prime produzioni con la compagnia D’Autres Cordes. Collabora con scrittori, drammaturghi, poeti sonori: Laurent Gaudé, Rémi Checcheto, Philippe Malone, Michel Simonot, Kenji Siratori. Assieme al regista Michel Simonot e all’attore Jean-Marc Bourg mettono in scena Septembers di Philippe Malone; con quest’ultimo hanno poi prodotto Passeport di Antoine Cassar e messo in musica Fleurs du mal di Baudelaire. Co-firma lo spettacolo Racloir (testi di Walter Benjamin e Heiner Müller) con il regista e musicista Alexis Forestier (Les Endimanchés), scrive per l’ensemble Ars Nova Broken Circles, tratto da un testo commissionato a Philippe Malone. L’ACR di France Culture gli commissionerà due trasmissioni radiofoniche, tra cui D503 attorno al romanzo Noi altri di Yevgeny Zamyatin, finalista del Prix Italia. I suoi concerti prendono sempre più la forma di performance audiovisive: prima con Philippe Fontes con i Police nei primi anni 2010, poi soprattutto con gli artisti visivi Antoine Schmitt e Kurt d’Haeeseler, con i quali sono stati creati molti pezzi (Tempest, Radioland, Chronostasis, Centaure, H. …) Collabora inoltre con Félicie d’Estienne d’Orves a progetti che combinano luce in movimento e musica: Ruines e Sun, una monumentale installazione audiovisiva. Dal 2011 al 2014 è stato artista associato presso Scènes Croisées di Lozère e nel 2018 artista associato pesso il Théâtre de Nîmes. Con le creazioni degli spettacoli None Place (2013), Racloir (2014), Ruines (2016), Flesh (2018) afferma una visione interdisciplinare. I suoi concerti e spettacoli sono eseguiti in tutto il mondo. Fondatore dell’etichetta DAC Records è all’origine, con Michel Simonot, del festival Bruits Blancs dedicato alla scrittura contemporanea. I suoi dischi sono pubblicati da etichette nazionali (Radio France, Signature, Dac Records) e internazionali (Leaf, Cosmo Rhythmatic, Jezgro, Aesthetical, ecc.)

Parte III – Musica acusmatica

Dimitrios Savva “Echo the nymph of reflection” [2020] 9:30

Echo è una ninfa tragica. È la ninfa che è stata punita con la maledizione di non poter pronunciare le proprie parole, ma solo di poter ripetere le ultime parole pronunciate da un’altra persona. Questa crudele punizione ha portato alla sua tragica fine: ha perso il suo corpo ed è diventata uno spirito che esiste in tutti quei luoghi-spazi in cui riecheggiano le nostre voci.

Echo non ha considerato le conseguenze delle sue azioni, non ha riflettuto su di esse e di conseguenza ha ricevuto questa crudele punizione. È possibile pensare a Echo come al simbolo di un processo che può portare al compimento? Quando Narciso ha chiesto a Echo “chi sei”, ha ricevuto l’eco-ripetizione della sua domanda. Questo ha innescato qualcosa dentro di lui; gli ha fatto capire che era figlio della ninfa del fiume. Quello che voleva davvero allora era riconnettersi con sua madre e con la sua vera natura, per diventare tutt’uno con la fonte della sua creazione. Questo lo ha liberato, ma allo stesso tempo ha posto fine alla sua vita umana. Questo mito potrebbe ricordare che la riflessione è un modo per capire e realizzare cose su di noi. Echo è una di queste riflessioni, può far sì che la nostra voce che pone la domanda “chi sei tu” ritorni da noi, e ci chieda chi siamo. Come ci sentiamo quando udiamo le nostre voci che ci chiedono chi siamo? Come suggerito in precedenza, ciò può portare alla comprensione e alla realizzazione o è invece possibile che porti alla distruzione? La risposta più semplice – ma anche la più onesta – è che entrambi sono possibili. Se sia la realizzazione sia la distruzione sono possibili, allora possiamo scegliere quale delle due vogliamo? E se è possibile scegliere, cosa sceglierai?

Dimitrios Savva è nato a Cipro nel 1987. Ha conseguito la laurea (con distinzione) in composizione musicale presso l’Università ionica di Corfù e il master (con distinzione) in composizione elettroacustica presso l’Università di Manchester. Nel gennaio 2015 ha iniziato il suo dottorato di ricerca presso la Sheffield University sotto la supervisione di Adrian Moore. La sua ricerca di dottorato esplora il concetto di narrativa drammatizzata-performativa attraverso lo sviluppo di una pratica e di un metodo compositivo nella musica elettroacustica. La sua composizione acusmatica Erevos ha vinto il primo premio ex-aequo nella categoria studenti del concorso di composizione acusmatica Metamorphoses 2012 e la sua composizione Balloon Theories è stata premiata con il premio del pubblico al concorso di composizione Metamorphoses 2014. Per la sua composizione Moments of Liberty II: Falling Within, ha ricevuto il 4° premio del concorso internazionale di composizione musicale elettroacustica francese SIME 2019 e il 3° premio del concorso internazionale di composizione musicale elettroacustica greca Iannis Xenakis.

Joan Bagès Rubì “IB: Reminiscències o el super al.lucinatori” [2018] 15:52

IB: Reminiscències o el super al.lucinatori” è un brano acusmatico a sé stante, ma fa anche parte della quinta scena dell’opera elettroacustica “IB: Le cornu ancestrale” di Joan Bages. “IB” intreccia un ventaglio di percezioni e di paesaggi mentali che riguardano il mistero dell’esistenza umana. L’esperienza di nascere, divenire e morire. Sempre con la stessa domanda … perché? Queste impressioni e intuizioni sulle difficoltà dell’esistenza vengono raccontate attraverso vari mezzi espressivi: musica, canto, narrazione, musica elettronica, musica strumentale e video. “IB: Reminiscències o el super al.lucinatori” è un brano che ci introduce in una percezione sensoriale di sublimazione (grazie alla potenza e alla drammaturgia della musica accompagnata dal testo di Roman Aixendri). Alla rappresentazione di un conflitto sociale – la lotta tra individuo e società – fa seguito, nella quinta scena, un momento di catarsi e sublimazione,un  paesaggio mentale drammatico che ci permette di superare tutte le difficoltà. Scena erotica, scena di lotta, scena di una confessione. Questo brano può anche essere eseguito con le immagini create per l’occasione da Belen Iniesta 

Joan Bagés e Rubi Pianista, compositore e artista del suono di Flix nato a Lleida nel 1977 (Spagna).

Il suo lavoro sonoro comprende musica strumentale, musica elettroacustica, musica acusmatica e installazioni sonore. È il direttore artistico del “Morphosis Ensemble” (Flix/Barcellona).

È insegnante di orchestrazione, strumentazione e tecniche di composizione al Taller de Musics di Barcellona e insegnante di composizione musicale elettroacustica nel Master con Nuove Tecnologie dell’ESMUC di Barcellona. Dopo aver conseguito il titolo di insegnante di pianoforte presso il Conservatorio di Musica del Liceo de Barcelona con Àngel Soler e Jean Pierre Dupuy, ha studiato composizione strumentale e composizione elettroacustica a Barcellona con Eduard Resina, Gabriel Brncic e José Manuel Berenguer. Successivamente si è trasferito a Parigi per conseguire il DEA in “Estetica, Scienza e Tecnologia delle Arti – Specialità Musicali” presso l’Università di Parigi 8, sotto la direzione di Horacio Vaggione. Questo gli ha permesso di studiare composizione musicale con José Manuel López López e sistemi musicali interattivi con Anne Sedes.

Ha conseguito il DEM in Composizione Elettroacustica al Conservatorio di Pantin (Francia) con Christine Groult e il DEM in Composizione Musicale al Conservatorio di Aulnay-sous-Bois (Francia) con José Luís Campana e Mario Mary. Successivamente ho conseguito il Ciclo di Perfezionamento in Composizione Musicale presso il CRR di Reims (Francia) con Daniel d’Adamo e Tom Mays.

Ha conseguito un dottorato in “Estetica, Scienza e Tecnologia delle Arti – Specialità musicale” con Anne Sedes presso la stessa Università di Parigi 8. Nel contempo ha preso lezioni e consigli da compositori come Gilles Racot, Philippe Leroux, Denis Dufour al CRR di Parigi, François Bayle, Rebecca Saunders a Berlino, Pierluigi Billone a Palermo.

Ha ricevuto borse di formazione e commissioni di creazione/composizione dal governo della Catalogna, dalla Fondazione Phonos, dalla Fondazione Duran Marti, Denistés93, INAEM-CDMC, SACEM. I suoi lavori sono stati eseguiti in diversi paesi e sono stati premiati in diversi concorsi internazionali (Spagna, Andorra, Francia, Belgio, Argentina). Recentemente ha messo in scena la sua opera elettroacustica “IB: le cornu ancestrale” in Lussemburgo. È compositore per la compagnia di teatro gestuale francese IPAC

François Bayle “Tremblement de terre très doux” (da: Erosphère) [1979 – 80] 28:13 

“Tremblement de terre très doux” è parte integrante di Erosphère, trittico acusmatico comprendente “La Fin du bruit” (Erosphère I, 1979) e “Toupie dans le ciel” (Erosphère III, 1979). “Questo titolo, Erosphère – che allude al desiderio contenuto nell’ascolto – si riferisce a una risonanza generale che accompagna i tre pezzi” e che si lega in particolare ai tre brevi movimenti intermedi (“aerei, ventilati”) che Bayle chiama “Eros”: sono le registrazioni della voce dello stesso Bayle elaborata da un computer, resa quindi irriconoscibile, ma, scrive Bayle, “in cui riconosciamo bene l’animale umano che ancora siamo; la materia organica della voce crea un punto di riferimento, l’attenzione viene sollecitata e rinviata a qualcosa di molto primitivo (Una voce materna? Una voce amata?)”. “Tremblement de terre très doux” vuole evocare l’idea di un’agitazione gentile, una “deliziosa catastrofe” che può aiutare le nostre percezioni uditive ad aprirsi verso un mondo di dati più universale e più profondo di quanto non sia quello della musica tradizionale: più vicino agli archetipi biologici e alle radici del pensiero umano. Il pezzo è suddiviso in undici sezioni, facilmente identificabili all’ascolto e basate su un cronometraggio preciso: “climi”, “transiti” e “paesaggi” si susseguono e si incatenano “come stanze di un museo comunicanti tra loro attraverso corridoi (i “transiti”); stanze che ci piacerebbe visitare una dopo l’altra, tornando sui nostri passi, stanze che si attraversano velocemente e altre in cui ci si ferma più a lungo … ricordando il contenuto dei locali visitati in precedenza (la qualcosa di certo cambia in qualche misura la nostra percezione di questi contenuti).” Prima esecuzione: 19 marzo 1979, Grand Auditorium – Maison de Radio France (Parigi, Francia). 

François Bayle Dopo una infanzia in Madagascar e una formazione da autodidatta a Parigi negli anni ’50, François Bayle si unisce nel 1958-60 al Gruppo di Ricerca Musicale (GRM) ed a Pierre Schaeffer, Olivier Messiaen, Karlheinz Stockausen. Nel 1966, diventa responsabile del GRM, poi in seguito all’unione, nel 1975 del GRM con INA diventa direttore del dipartimento Ina-GRM sino al 1997. E il compositore che ha avuto più influenza sulla formazione di alcuni concetti fondamentali per la musica acusmatica, come la concezione dell’acousmonium (1974) e la fondazione dell’Acusmathèque (1991). Dagli anni ’60 ha una produzione regolare di musica acusmatica. Lui stesso definisce le tappe del suo cammino come «utopie dove si esplorano le genesi dei movimenti sonori, la grammatica della loro formazione, le loro relazioni con gli avvenimenti del mondo fisico et psichico. Ha ricevuto numerosi premi. L’originalità del percorso di Bayle è cosi sintetizzabile: tutta la sua attività musicale è consacrata all’esplorazione del mondo « acusmatico », usando un’espressione che lui stesso ha generalizzato. Un ampio campo in seno al quale si muove l’ammiratore appassionato di Jules Verne, Paul Klee, Gaston Bachelard, René Thom. Ed è cosi un esploratore, proiettato nel futuro attraverso la deliberata scelta del materiale attorno al quale organizza la sua creazione, inserito nella realtà quotidiana e ben concreta dei numerosi compiti legati alla scoperta e allo sfruttamento del proprio campo di esplorazione, anche come responsabvile del Groupe de Recherches Musicales (INA-GRM) dal 1966 al 1997.

Nato nel Madagascar nel 1932, termina i suoi studi a Bordeaux. La sua formazione musicale avviene in modo assolutamente personale: è soprattutto a partire dalle esperienze relative al suono stesso che Bayle si rivela e forma. È tuttavia debitore in questo campo a Pierre Schaeffer, Messiaen e Stockhausen. Se utilizza ancora nelle sue prime opere (a titolo di esperienza) strumenti tradizionali congiuntamente al nastro magnetico (Trois Portraits d’un Oiseau-Qui-N’existe-Pas, 1963). Il riferimento viene in seguito abbandonato. Attraverso l’utilizzo di una grammatica e di una aritmetica nuova, relativa solo al settore della manipolazione del suono, François Bayle cerca, allargando senza posa il suo linguaggio, di stabilire una logica – «biologica» dice il compositore – fra i due mondi immaginativi del pensiero e dell’espressione. Questo sta ai titoli delle sue opere come alle « idee » che le immagini acustiche traducono in altrettante metafore: Espaces inhabitables, 1966;  Jeîta ou murmure des eaux, 1970; l’insieme dei 14 pezzi in cinque parti de  L’Expérience Acoustique, 1970-73; Purgatoire, d’après Dante, 1971-72; Vibrations composées, 1973; Tremblement de terre très doux, 1978; Toupie dans le ciel, 1979  (Erosphère I e III); le cinque parti della suite Son Vitesse-Lumière, 1980-83; Les couleurs de la nuit, 1982; Motion-Emotion, 1985; Théâtre d’ombres, 1989; Fabulae, 1992; La Main Vide, 1994; Morceaux de Ciels,  1997; la forme du temps est un cercle,  1999-02 ; La forme de l’esprit est un papillon, 2002-04 ; Univers nerveux, 2004-05 ; Extra-Ordinaire, 2005. La maggior parte di questi titoli sono stati incisi per l’etichetta Magison. Numerosi i riconoscimenti, fra i quali il Grand Prix de la Musique de la Ville de Paris 1996, Grand Prix de l’Académie Charles Cros 1999, per l’insieme del catalogo CD (Magison Cycle Bayle, volumi da 1 a 18). (Brigitte Massin, Encyclopaedia Universalis, ed. Albin Michel)

INTERPRETI

Gabriele Balzano Classe 1992, pianista di formazione presso il Conservatorio G. Cantelli di Novara. Dal 2013 frequenta il Conservatorio G. Verdi di Como nel dipartimento di Musica Elettronica e Tecnologie del Suono, dove si laurea nel 2017. Allievo di S. Sapir, G. Klauer, W. Prati, A. Vigani, si è perfezionato nelle masterclass di G. Kogan, M. Lupone, A. Vidolin, F. Cifariello Ciardi, J. Scordato, A. I. De Benedictis, D. Tanzi, E. Bocca. Dal 2016, interprete e compositore per l’associazione AUDIOR e dal 2019 in collaborazione con il collettivo torinese di danzatori Eko Dance International Project. Sempre nel 2019, è stato fra i performer selezionati per la residenza artistica del Premio San Fedele a Milano. Tecnologo di professione, coltiva la sua ricerca artistica mediante la composizione, sound art e video arte.

Paolo Castrini Sound designer, compositore ed interprete di musica acusmatica ed elettroacustica, studia pianoforte classico e jazz e partecipa ai seminari Berklee all’Umbria Jazz 2002 dove consegue il Bachelor of Arts. Dal 2003 collabora in vari studi di registrazione milanesi come sound designer e tastierista, ed esplora il concetto di soundscape-design nella composizione di brani ed installazioni per sfilate di moda e mostre fotografiche; un concetto che riafferma nella realizzazione di paesaggi sonori per i documentari “La Nebbia prima che si alzi” e“Racconto d’Inverno” (Michele Paladin). In duo con la poetessa Laura Benedetti, tra l’Italia e la Corsica, compone ed interpreta poemi sonori, letture acusmatiche e installazioni audio/visuali. Il poema sonoro “Ile Coquillage”, scrittura del viaggio tra l’isola e il continente, viene selezionato per la diffusione al festival radiofonico di Brest Longueurs d’ondes nel 2017 (Radio France Culture), e lo stesso diventa materia per un’installazione al festival Creazione 2018 di Bastia.  Nel 2019 partecipa ai workshop “Digital Approaches to Analog Videosynthesis” di Jestern, “Soundesign” e“Audio / Video” di Ozmotic ed ai laboratori di “Spazializzazione Sonora con Acusmonium AUDIOR” tenuti da Dante Tanzi ed Eraldo Bocca, a seguito dei quali si esibisce come interprete al festival Novaracusmonium 2020 con la spazializzazione del film “La guerra e il sogno di Momi” (G. Pastrone 1917, musica originale di Carlo Barbagallo).  Nel 2021 partecipa allo “Stage d’Interpretation sur Acusmonium” al Festival Futura in Francia tenuto dalla compagnia MOTUS, si esibisce per l’apertura del “Festival du film méditerranéen Arte Mare” in Corsica, in duo con la compositrice e cantante francese Yasmine Meddour, con una composizione scritta a quattro mani per l’evento, nello spirito dell’incontro mediterraneo tra stili e culture; da questo incontro nasce una collaborazione che porta il duo a comporre l’installazione sonora per l’esposizione fotografica L’Echelle di Etienne Rougery-Herbaut al Chateau La Coste (Aix En Provence). 

Sergio Missaglia nasce a Como nel 1993. Dopo aver compiuto studi pianoforte e di composizione per il cinema all’Università Aix-Marseille, ha frequentato il corso di Musica Elettronica presso il Conservatorio “Giuseppe Verdi” di Como, dove, nel marzo 2016, ha ottenuto con il massimo dei voti la laurea triennale e, nel febbraio 2019, ha conseguito il Master con 110 e lode, grazie a una tesi sul ruolo svolto da sound design e composizione musicale nella virtual reality e nelle nuove realtà digitali. Suoi lavori sono stati diffusi alla radio e alla televisione della Svizzera italiana e in occasione di festival ed eventi internazionali quali “Parade Électronique”, Expo 2015 e”La Via Lattea”. Alla composizione acusmatica affianca l’attività di performer, sia tramite sistemi ottofonici e Acousmonium che attraverso applicazioni audiovisive create ad hoc con Unreal Engine.

Davide Salvan nasce a Garbagnate Milanese nel 1991. L’interesse sviluppato da autodidatta per la musica e i computer lo portano a frequentare il corso annuale di tecnologia audio presso l’Accademia Teatro alla Scala nel 2010/2011. Nel 2018 ottiene con il massimo dei voti il diploma accademico di primo livello in musica elettronica presso il Conservatorio G. Verdi di Como sotto la guida dei Maestri Andrea Vigani e Walter Prati, realizzando una tesi sulla spazializzazione del suono per sistema multicanale. Nell’ambito della musica elettroacustica è attivo sia come compositore che come interprete all’Acusmonium. Le sue composizioni “Il rumore è nella mente” e “Origini” (pubblicato con la casa editrice Sconfinarte), sono state eseguite con l’Acusmonium AUDIOR alla “Maratona Elettronica”, nel contesto del Festival 5 giornate di Milano del 18 Marzo 2017. Come interprete invece, oltre ad aver partecipato ad alcune esecuzioni con l’Acusmonium AUDIOR, ha eseguito il brano “Wires” del compositore Mauro Graziani al festival “Contemporanea Acusmatica 2017” reinterpretandolo per la prima volta su sistema ottofonico. Il 17 marzo 2018 effettua invece un live-electronics con il musicista Evan Parker al festival Elettrosensi del Conservatorio di Como. Nel 2018 ha iniziato a collaborare con Walter Caracca con il quale ha fondato il duo Ubique per sperimentare performance improvvisate in ambito drone, ambient e noise e con il quale ha composto la colonna sonora del cortometraggio “Di padre in figlio” del regista Michele Ciardulli (2018). Nel 2019 continua la collaborazione con l’associazione AUDIOR con la quale partecipa come interprete al festival Novaracusmonium e a due concerti organizzati il 25 e il 26 ottobre presso Macao a Milano. Anche nel 2020 partecipa al Novaracusmonium come interprete e come compositore con il brano “Human Disgregation”. Nell’ambito della musica per immagini realizza brani per Production Music Library italiane e estere e parallelamente si occupa di registrazioni, composizione e post-produzione di musica elettronica di vari generi. Attualmente frequenta il biennio di Musica Elettronica presso il Conservatorio G. Verdi di Como ed è docente di informatica musicale presso la Civica Scuola di Musica di Desio.

Dante Tanzi È compositore ed interprete di musica acusmatica, diplomato in Musica Elettronica al conservatorio Giuseppe Verdi di Como. Sue composizioni sono state eseguite in Italia (Musica Nel Nostro Tempo, Colloqui di Informatica Musicale, Festival Cinque Giornate, Festival SpazioMusica, Labirinti Sonori) in Svizzera (Euromicro, Computer Music Concert), in Canada (EuCue Series), nel Regno Unito e in Irlanda (ICMC, Sonorities), in Spagna e nei Paesi Baschi (Festival di Flix, Festival Bernaola), in Francia (Festival Licences, Festival Futura, SIME, Alcome, En Chair et En Son, Klang!), in Colombia (BunB), negli Stati Uniti (NYCEMF), in Portogallo (DME), in Austria (Ars Electronica), in Argentina (Atemporànea), in Giappone (OUA-EMF), in Belgio (Espace du son), in Messico (Ecos Urbanos). Nel 2011, nel 2014, nel 2017 e nel 2018 ha curato il programma dei concerti di musica acusmatica nell’ambito del ‘Festival 5 Giornate’ di Milano. In qualità di interprete all’acusmonium ha preso parte alle stagioni di ‘San Fedele Musica’ e dal 2012 partecipa ai concerti con l’acusmonium mobile AUDIOR, di cui cura anche la programmazione. A partire dal 2013 ha tenuto laboratori di spazializzazione del suono per il CESMA (Centro Europeo Studi Musica e Acustica di Lugano) a Novara, e masterclass per i conservatori di Como, Torino e Lecce (nell’ambito del MA/IN Festival). Dal 1985 al 2009 ha lavorato presso il Laboratorio di Informatica Musicale dell’Università degli Studi di Milano. È autore di saggi pubblicati su Leonardo Music Journal, Interface, De Musica, Leonardo, Organised Sound, Crossings e Contemporary Music Review. È membro fondatore dell’associazione ‘Audior’.

ACUSMONIUM AUDIOR

Interamente progettato e realizzato a partire dal 2012 da Eraldo Bocca, l’acusmonium mobile AUDIOR ha una disponibilità di oltre 80 diffusori (fra banda intera e “colorati” che vengono scelti e utilizzati in base allo spazio in cui viene installato l’acusmonium) e 50 amplificatori, dispone di una consolle di spazializzazione analogica di 32 canali e di due consolle digitali da 16 canali. Gli altoparlanti “colorati” sono diffusori che riproducono solo una parte dello spettro acustico e possono essere anche non lineari nella loro banda di riproduzione. Tutti gli altoparlanti “colorati” e parte dei diffusori a banda intera sono stati progettati in funzione del loro utilizzo con l’acusmonium: alcuni degli altoparlanti a banda intera sono modulari e assemblabili in modo da poter essere adattati alle diverse configurazioni. I diffusori “colorati” hanno tipologie diverse, al fine di riprodurre al meglio la gamma audio cui sono destinati, in particolare, i diffusori frontali sono di tipo dipolare per sfruttare anche l’emissione posteriore riflessa dalle pareti della sala da concerto, dove ciò è possibile, mentre i diffusori per gli alti sono trombe iperboliche che permettono una grande pressione e linearità di emissione. Realizzato al fine di consentire l’interpretazione in concerto del repertorio elettroacustico, l’acusmonium AUDIOR viene utilizzato nell’ambito dello svolgimento di laboratori e masterclass. Da giugno 2021 L’acusmonium AUDIOR è su itsart TV, la piattaforma streaming nata per sostenere il patrimonio artistico e culturale nel mondo, voluta dal Ministero della Cultura e realizzata da Cassa Depositi e Prestiti

Eraldo Bocca Progettista e costruttore elettroacustico e consulente nell’ambito della progettazione acustica ambientale. Ha progettato e realizzato l’acusmonium AUDIOR occupandosi della definizione delle specifiche funzionali, dell’architettura, dell’assemblaggio, dei test di prova degli altoparlanti e della realizzazione dei moltiplicatori di segnale. Pur ispirandosi ai dispositivi mobili in uso in Francia (Radio France, Motus) e in Belgio (Musique Recherches), Bocca ha introdotto criteri costruttivi che legano in modo efficace la diffusività, la modularità e la distribuzione geografica degli altoparlanti. Collaboratore del CESMA (Centro Europeo Studi Musica e Acustica) di Lugano e del Centro Culturale San Fedele di Milano, ha curato per il suo auditorium l’allestimento dell’acusmonium SATOR (50 altoparlanti), inaugurato nel gennaio 2012 e da allora utilizzato negli eventi organizzati nell’ambito delle stagioni di ‘San Fedele Musica’ (concerti di elettronica live, musica acusmatica, videoarte, Cin’acusmonium). A partire dal 2013 ha tenuto laboratori di elettroacustica applicata per il CESMA (Centro Europeo Studi Musica e Acustica di Lugano) a Novara, e masterclass per i conservatori di Como, Milano, Torino e Lecce (nell’ambito del MATERA/INTERMEDIA) Festival. È membro fondatore dell’associazione ‘Audior’.

Programma del concerto I 

a cura di Centro Ricerche per l’Ecologia Acustica – APS

Programma dei concerti II e III 

a cura di Dante Tanzi

Progetto elettroacustico

Eraldo Bocca

www.audior.eu

concerto acusmatico

Vogliamo innanzitutto ringraziare tutti i partecipanti alla call Vigevano soundscapes. Sono arrivati 39 lavori e di livello decisamente alto. Non possiamo che essere felici di un risultato che, dobbiamo confessarlo, non ci aspettavamo. Purtroppo ogni concorso prevede dei vincitori e quindi necessariamente deve escludere molti. Come annunciato sabato 11/6 si terrà un concerto che quindi prevederà l’ascolto di un piccolo gruppo di lavori. Naturalmente tutti i brani (quelli scelti e gli altri) saranno comunque pubblicati sulle piattaforme di streaming da “acannone Records”.

Il vincitore del “premio” (buono da spendere in sala di registrazione) verrà annunciato la sera del concerto.

Il concerto si avvarrà dell’acusmonium audior che per l’occasione sarà installato nella sala

sabato 11/6/2022 auditorium San Dionigi Vigevano dalle 18 alle 21

ingresso libero e gratuito

si consiglia di prenotare, PRENOTA QUI

programma di sala e note sugli autori e i brani che verranno eseguiti

passeggiata sonora

Passeggiata sonora
alla scoperta dei luoghi del belsentire – Il paesaggio sonoro di Mastronardi
A seguire aperitivo acusmatico

L’associazione Centro Ricerche per l’Ecologia Acustica – aps in collaborazione con FKL (forum klanglandschaft) Italia organizza a Vigevano (pv) per la giornata del 4/9/2021 un workshop, dedicato alla mappatura sonora della città.

L’iniziativa si inserisce nel progetto “alla ricerca delle oasi acustiche”, finanziato da regione Lombardia, che si propone di censire aree cittadine dotate di pregevoli caratteristiche sonopaesaggistiche, diffonderne la conoscenza e promuoverne la fruizione.

In particolare la giornata del 4/9 vuole essere l’occasione per parlare di ecologia acustica e creare un gruppo di lavoro che realizzi una mappatura del paesaggio sonoro del centro di Vigevano, con particolare attenzione ai luoghi del “belsentire”

Sulla scorta dai riferimenti al paesaggio sonoro vigevanese che si possono trovare nei romanzi di Lucio Mastronardi, verrà effettuata una passeggiata sonora alla riscoperta di luoghi descritti e alla scoperta dei nuovi.

Obiettivo del progetto è quello di realizzare i presupposti per un inedito tipo di fruizione del territorio, offrendone una dimensione più intima ed autentica, conoscere angoli nascosti di benessere, promuovere un turismo sostenibile.

La partecipazione è gratuita ed è aperta a tutti, non è in alcun modo necessaria alcuna competenza musicale.

Quando: sabato 4/9/2021 dalle 0re 16.45

Dove: Vigevano (pv) palazzo Merula (via Merula 40)

Iscrizioni: https://forms.gle/xSTFSChqGuKRek4g6

alla ricerca delle oasi acustiche

È avviato il progetto “alla ricerca delle oasi acustiche” col finanziamento di Regione Lombardia, col quale l’associazione Centro Ricerche per l’Ecologia Acustica si propone di censire i “luoghi del belsentire”: aree cittadine dotate di pregevoli caratteristiche sonopaesaggistiche, diffonderne la conoscenza e promuoverne la fruizione.

Fra le attività del progetto si segnalano

la call internazionale: Vigevano sounsdcape musical composition

il concerto acusmatico con i brani selezionati

una mappa sonora della città

 

Mi senti?

La registrazione di una goccia d’acqua da un rubinetto che perde – la sua lentezza, il vuoto tra una goccia e l’altra, l’assenza di ambiente dovuta alla vicinanza alla goccia – ci è sembrata abbastanza paradigmatica di quel periodo. Ne proponiamo l’ascolto. Anzi vi chiediamo di scaricarla e riprodurla “in loop” col vostro telefono durante la vostra passeggiata per la città. Forse incontrerete altre gocce, forse no, forse neppure riuscirete a sentirle in mezzo ad un paesaggio sonoro tornato ad essere quello di sempre.

I suoni che (ci) mancano – Daniele Grasso

Video: I suoni che (ci) mancano

I suoni che (ci) mancano o i suoni che mancano? Il titolo vuole esprimere come determinati suoni mancano a noi umani ma non necessariamente ad altre forme di vita. Come siamo pronti a ri-comporre gli spazi sonori alla ripartenza della vita quotidiana? Una strada ad alta intensità di traffico forse induce una forma di stupore e nostalgia nel vederla vuota ma come pensiamo di sonorizzarla in futuro? Ci piace, o ci manca, quello che udiamo abitualmente? Vorremo forse che molti suoni e rumori presenti vengano attenuati o eliminati per farne emergere degli altri?

L’intento iniziale del lavoro era mirato alla documentazione dell’ambiente sonoro durante l’emergenza sanitaria. Svolta una prima uscita di registrazioni mi sono reso conto delle difficoltà tecniche e comunicative di un tale fine, da concretizzare in breve tempo.

Nell’attraversare i luoghi del pieno centro della città mi sono imbattuto anche in un profondo senso di inquietudine, nell’assenza di certi spazi sonori. In una seconda uscita mirata alle riprese fotografiche all’interno del Parco del Valentino, noto parco della città, ho riflettuto sulla possibilità di presentare alla cittadinanza, in questo momento difficile, un piccolo contributo di immagini e memoria sonora di alcuni luoghi a noi cari che non possiamo al momento visitare e ascoltare, ove l’elemento sonoro esprime una quotidianità da ritrovare nel rispetto dell’equilibrio con la natura.

Le immagini, riprese nell’aprile 2020, sono accompagnate da alcuni suoni registrati nel 2012, nell’ambito di uno specifico progetto sui Paesaggi Sonori iniziativa della Città Metropolitana di Torino con la collaborazione di Arpa Piemonte.

Daniele Grasso (Arpa Piemonte) – Tecnico competente in acustica ambientale

laureato in fisica presso l’università di Torino, lavora dal 2002 in Arpa Piemonte nel campo dell’inquinamento acustico. Ha partecipato al progetto “Paesaggi sonori della provincia di Torino”, grazie al quale ha potuto accrescere le proprie competenze sulle tematiche legate al rumore nel più esteso concetto di soundscape.

Ideazione e fotografia:
Daniele Grasso (Arpa Piemonte)

Registrazioni audio:
Daniele Grasso (Arpa Piemonte)
Danilo Corgnati (Arpa Piemonte)
Nicola Vozza (Città Metropolitana di Torino)

Editing e post-produzione:

Fulvio Montano (Azulfilm)

Luoghi: Torino

Data: Immagini ed alcuni suoni 3 e 10 aprile 2020, altri suoni 2012