Già nel mese di marzo cercavo di tenere le finestre aperte. La mia casa, che si affaccia sulla piazzetta di un piccolo borgo toscano di nome Rendola, è antica e poco luminosa. Sentivo la necessità di aria, di luce e di ascoltare la natura attorno. Tra queste mura ho registrato i tre suoni con cui è composto il brano: la voce trasmessa dal megafono, gli uccelli che popolano la frazione e le tarme, che instancabili continuano il loro lavoro nel caminetto del salotto.
La voce con “slogan di speranza e divieti” si trasforma in un drone dalle cupe tonalità e subentrano le tarme, che consumano il legno da dentro. Fanno un flebile rumore, quasi non si notano… Gli uccelli presenti fino alla fine del brano da simbolo di una realtà armoniosa e bucolica si trasformano in minaccia anche loro.
Registrazioni: mese di marzo 2020 (le tarme mese di maggio 2020) Rendola, Montevarchi (AR)