Paesaggio sonoro o ambiente acustico?

Come in tutte le discipline anche nel contesto dei soundscape studies è opportuna una certa chiarezza terminologica. In particolare, può essere utile puntualizzare le differenze fra due accezioni, talvolta erroneamente impiegate alla stregua di sinonimi, ma che in realtà esprimono concetti ben diversi fra loro.

Mentre con “paesaggio sonoro” si pone l’accento sull’aspetto percettivo: “la totalità dei suoni che ci circondano – dai suoni del nostro corpo fino al tuono più distante – in quanto percettema, oggetto della percezione riferito ad un oggetto” (Winkler), con “ambiente acustico” ci si dovrebbe riferire ad “un’entità fisica che può essere studiata e […] misurata indipendentemente dall’ascoltatore” (Truax). Infatti, l’ambiente è l’insieme delle condizioni fisico chimiche e biologiche, mentre il paesaggio è “l’intorno soggettivo di ogni specie” (Farina).

Paesaggio sonoro e ambiente acustico non è detto che debbano coincidere. Per fare un esempio: ascoltare musica in cuffia significa crearsi un proprio paesaggio sonoro del tutto diverso dall’ambiente acustico in cui si è eventualmente immersi.

In sintesi: il paesaggio sonoro pone al suo centro l’ascoltatore – e forse per questo sarebbe più corretto parlare di paesaggi sonori – ed è dunque il risultato percettivo della totalità delle manifestazioni acustiche di un contesto sia esso reale o virtuale. Con ambiente acustico invece, intendiamo la totalità delle manifestazioni acustiche come entità fisiche misurabili, dunque i suoni, e gli aspetti relativi alla loro propagazione e interazione.

 

Winkler, J., Paesaggi sonori, in Mayr A. (a cura di) Musica e suoni dell’ambiente, CLUEB, Bologna, 2001

Truax, B., Modelli e strategie per il design acustico, in  Mayr A. (a cura di) Musica e suoni dell’ambiente, CLUEB, Bologna, 2001

Farina, A., Verso una scienza del paesaggio, alberto perdisa editore, Bologna, 2004

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *